Mozart Quartetto per archi: Klenke Quartett
MUSICA RIVISTA DI CULTURA | 04/2007

Questo cd si è aggiudicato il Premio della giuria nella terza edizione dei Midem Classical Awards, tenutasi a Cannes il 23 gennaio scorso. Molti impulsivamente esclameranno: “Ma è il solito Mozart”. Questa è stata anche la mia prima reazione, soprattutto dopo un anno in cui il povero genio salisburghese ci è stato servito in tutti i modi possibili. Invece no. Il Klenke Quartett, tutto squisitamente al femminale (la mia inculcata misoginia musicale viene ormai definitivamente smentita: le donne ci stanno svelando segretiche noi maschietti non saremmo mai stati in grado si scoprire) mostra un Mozart totlmente nuovo. Un suono caldo, avvolgente, profondo come non mai, ci stordisce sin dalle prime note. Del tradizionale titolo del Quartetto K 458, “La caccia”, e dellàneddotica che segue, non rimane che qualche luce qua e lá. Considerato il piú leggero della raccolta di quartetti dedicati a Haydn, il Klenke Quartett lo fa sembrare invece il più abilmente ambiguo, il più conciso, segreto e astratto dei sei. L´Adagio è il cuore pulsante del K 458: scrittura ricerata e sontuosa, armonia continuamente cangiante, agogica complessa, pagine che volgono sorpredentemente verso un imminente romanticismo, annunciando l´arte schubertiana. Il legame con L´Andante del K428 è immediato e profundo. O almeno così ora ci appare, tanto l´interpretazione del Klenke Quartett è coerente e lineare. Il Quartetto in Mi bemolle maggiore è infatti il vero rivelatore del temperamento mercuriale di Mozart, la sua psicola ipersensibile che si rispecchia nel chiaro-scuro armonico e ritmico. Una volontà espressiva qui magistralmente realizzata, viogorosa nelle regioni timbriche più gravi, mai cupa, capace di illuminare dal basso i registri più acuti. È una notte illuminata dalla luna e rivelata dal mistero.
Marco Iannelli